Il brand è più di un nome, di un logo o di una campagna di comunicazione: è un viaggio, fatto di esperienze e sensazioni che si modificano nel tempo. Il brand è la promessa di rispettare certi valori, per ottenere in cambio la fiducia e l’affetto delle persone.

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InMyHead. Il Blog di HeadForBrand.

Dado Knorr (brand del portfolio Unilever dal 2000) ha diminuito il fatturato del 10% negli ultimi due anni e chiude l’impianto veronese di Sanguinetto. La situazione è ‘irreversibile’ poiché il preparato per il brodo e gli insaporitori di pietanze sono oggi un prodotto anacronistico; composti prevalentemente da sale, grassi vegetali idrogenati e esaltatori di sapidità come il controverso

Monoprix, con «Where’s My Sock», è un eccellente esempio di cosa significhi costruire un posizionamento di marca distintivo con l’uso sapiente dell’advertising. L’idea parte da una piccola innovazione di marketing: lanciare delle confezioni con tre calzini invece dei classici due. Chiaramente si tratta solo di un divertente espediente che favorisce il racconto di una marca contemporanea, ironica, innovativa, empatica.

Spesso i miei interlocutori mi chiedono: come faccio a costruire un brand? Non c’è una ricetta universale ma esistono alcuni capisaldi manageriali da rispettare. Certamente, per costruire un brand, non è sufficiente un’identità visiva professionale, un sito con un’eccellente user experience (UX) o una campagna di comunicazione apprezzata. E allora, qual è la risposta? Non esiste una risposta